La banda ultralarga consiste nella capacità delle reti di inviare dati ad altissima velocità, equivalente ad almeno 100 Mbps (definita “ultra fast broadband” nell’Agenda Digitale Europea) o ad almeno 30 Mbps (“fast broadband”). L’Italia porta avanti un piano strategico per la banda ultra larga, lanciato nel 2015. Attualmente (dati aggiornati ad Aprile 2021 – MISE bandaultralarga.italia.it) è stata raggiunta una copertura complessiva del 66%, ovvero circa due italiani su tre possono usufruire della banda ultralarga.

Dati che fanno ben sperare, considerando che la progressione di un Paese va di pari passo con lo sviluppo e, soprattutto, con la diffusione tecnologica.
Il Decreto Legislativo n. 164/2014 –Sblocca Italia – ha sancito l’obbligo – a partire dal 1° luglio 2015 – di prevedere, all’interno dei nuovi edifici o in caso di ristrutturazione pesante, un’infrastruttura fisica che permettesse di ottenere la banda ultralarga e nella fattispecie l’adozione del sistema trasmissivo mediante fibra ottica.

La fibra ottica è un materiale costituito da filamenti vetrosi o polimerici, la cui struttura permette alla luce di viaggiare all’interno trasmettendo il segnale in funzione dell’angolo di riflessione del fascio luminoso all’interno della struttura tubolare. Il segnale in uscita dal cavo viene tradotto in segnale elettrico da fotodiodi.
Il grande vantaggio è che trattandosi di fotoni (luce), le fibre ottiche sono immuni da disturbi elettromagnetici, possono resistere in un ampio spettro di temperature (da -100 °C a 300 °C), a pressioni elevate e agli stress meccanici.

Ogni abitazione è il punto terminale del cavo in fibra ottica, ogni cavo è collegato ad una centrale, un armadio stradale, che funge da punto di smistamento e può rifornire circa 200 unità immobiliari, posizionato a una distanza massima di circa 300 mt dalle abitazioni.
É chiaro che la rete è capillare e che è necessario un’organizzazione ben dettagliata e regolamentata per consentire il libero accesso alla tecnologia, obiettivo ratificato anche dall’Unione Europea e che ogni Stato Membro deve perseguire con l’idea alla base che la connessione rappresenta un diritto fondamentale, al pari dell’acqua e dell’elettricità.
Ed in questa direzione che ci stiamo muovendo, come già detto, da qualche anno a questa parte per ogni nuova costruzione vi è l’obbligo di prevedere l’accesso alla banda larga.

Ma la La vera sfida del mercato edilizio, sarà quella di trovare soluzioni intelligenti che siano in grado anche di recuperare e valorizzare il patrimonio abitativo esistente.

 

Dott.ssa Fis. Erica Martinucci
OCF Lecce e Brindisi