Gli aggregati urbani costituiscono una delle prime forme scelte da clan, tribù e gruppi sociali per colonizzare un luogo geografico sin da quando l’uomo da cacciatore è diventato stanziale. Nel corso della storia tali aggregati si sono sviluppati in paesi e città, fino ad arrivare alle odierne metropoli, rispondendo via via a bisogni o abitudini che sorgevano all’interno delle comunità sociali. Oltre a ciò gli aggregati urbani sono diventati espressione di attività artistiche ed industriali, espandendosi in taluni luoghi più che in altri, a seconda delle opportunità offerte dal terreno e dalla sua morfologia e caratteristiche materiche e geografiche. L’espansione e modifica dei centri urbani ha subìto una accelerazione soprattutto grazie alle rivoluzioni industriali e politiche degli ultimi 250 anni, fino a ritrovarci oggi con problematiche non più procrastinabili in quanto minano la salute umana ed ambientale, oltre ovviamente la disponibilità di risorse offerte dal nostro pianeta.

All’attuale stato dell’arte si impone la necessità di una radicale modifica della forma mentis della collettività sociale, oltreché delle nostre abitudini e stile di vita, aprendoci ad una visione meno orientata all’immediato hic et nunc e più lungimirante, sostenibile, funzionale ed inoltre partecipativa. In quest’ottica la collaborazione tra cittadini del mondo, e quindi a maggior ragione tra professionisti, ricercatori, mondo dell’industria e della politica gioca e giocherà un ruolo chiave nell’indirizzo di una nuova direzione che, auspicabilmente, diverrà futura abitudine, così che la consapevolezza degli errori commessi in molteplici settori durante gli ultimi decenni possa costituire opportuno substrato per un nuovo percorso comune. Un “Green New Deal”, come è stato effettivamente denominato il ddl attualmente allo studio per una transizione ecologica del nostro Paese.

In questo contesto il Chimico ed il Fisico oggi rappresentano finalmente figure di  riferimento per competenze e capacità nell’approccio a problematiche sorte in seguito al progresso e sviluppo dei centri, delle periferie e delle attività antropiche.  Collaborando con altri attori ed Istituzioni, i professionisti Chimici e Fisici offrono un valido contributo per una svolta nella direzione della rigenerazione urbana e della sostenibilità ambientale ed energetica.

Qualche esempio? Oltre alla “nuova messa a punto” di materiali tradizionali applicati all’edilizia, oggi approfonditamente studiati e riprodotti, migliorandone le caratteristiche in abbinamento a nuove sostanze e strategie che consentono di accrescere le prestazioni degli involucri edilizi sia dal punto di vista energetico che statico, una nuova spinta per l’edilizia può essere fornita non da ulteriore consumo di suolo, ma da ristrutturazioni e restauri delle volumetrie esistenti. Le emissioni in atmosfera di sostanze pericolose o irritanti possono essere ulteriormente abbattute grazie a ricerca e sviluppo di nuovi sistemi di filtrazione e miglioramento dell’efficienza dei processi e delle metodologie di catalisi, che potrebbero anche ridurre i problemi legati allo smaltimento di reflui e fanghi. La riduzione dell’accumulo di materie plastiche può essere perseguita in un’ottica di modifica dell’individuale approccio mentale sociale nei confronti di contenitori ed imballaggi verso un approccio di economia circolare, mantenendo quindi minori livelli di produzione grazie anche alla progressiva eliminazione della plastica usa e getta, ricordando quale era la prima finalità delle plastiche (ricordiamo il Premio Nobel Giulio Natta, unico Nobel italiano per la chimica fino ad oggi) ossia il riuso dei materiali polimerici di uso comune che immancabilmente riempiono le nostre case… e, auspicabilmente sempre meno, i nostri cestini. Ciò permetterebbe un più mirato uso di tali sostanze, indispensabili per esempio in ambito sanitario e della sicurezza (come esempio basti citare le membrane da dialisi, o gli elmetti in kevlar…). La messa a punto di combustibili e carburanti nuovi e maggiormente performanti oltreché di genesi sostenibile invece che derivanti da bacini fossili, accoppiata ad opportuni sistemi meccanici e validi strumenti economici, potrebbe consentire una progressiva sostituzione di quelli oggi maggiormente impiegati, e degli impianti che li utilizzano.

È ormai da anni che il tema delle fonti rinnovabili per la produzione di energia viene dibattuto su tutti i fronti, e lo sfruttamento di risorse naturali (vento, biomasse, luce) ai fini energetici si basa imprescindibilmente su fondamenti fisici e chimici. La fisica offre lo studio per lo sviluppo di nuove tecnologie di produzione, trasformazione, trasmissione e risparmio dell’energia; ora si parla di accumulatori a corrente di nuova generazione: enormi batterie che raccolgono l’energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili, e non utilizzata durante le fasi di bassa richiesta, fornendola poi alla rete elettrica quando si ottengono i picchi.

Ancora, la domotica, campo ormai entrato in commercio a pieno titolo, offre possibilità di riduzione dei consumi… ed anche la risoluzione di alcuni probemi. Ad esempio il problema dell’ umidità può essere risolto in certi casi con l’installazione di un piccolo campo magnetico domestico, in grado di bloccare l’adsorbimento dell’umidità di risalita dal terreno da parte delle strutture murarie.

Se parliamo invece di inquinamento luminoso, anche qui entriamo con il contributo del Nobel alla Fisica del 2014 per l’invezione dei LED blu: essi hanno permesso di realizzare sistemi di illuminazione a basso consumo energetico, tuttavia è ancora in fase di approfondimento e studio l’effettiva efficienza di tale tecnologia nei confronti della riduzione dell’inquinamento luminoso. Manca ancora, inoltre, un bilanciamento tra tale tecnologia e la valorizzazione degli elementi che caratterizzano la storia e l’espressione peculiare degli involucri edilizi di pregio storico nelle grandi città, in altre parole la valorizzazione della “personalità e carattere” dell’aggregato urbano senza che ciò interferisca con un approccio di conservazione e tutela degli elementi di pregio storico o artistico e in generale dei centri storici.

Questa è una grande dimostrazione di come la ricerca sperimentale di oggi si possa poi trasformare in applicazioni che coinvolgono la vita di tutti i giorni, grazie alla mediazione della professionalità scientifica.

Molti sono i passi, mentali prima ancora che tecnologici, da compiere in molteplici comparti per far sì che le nostre città esaudiscano i nostri bisogni, senza necessariamente esaurire le risorse offerte dalla Terra. E i Professionisti Chimici e Fisici sono presenti per offrire il proprio contributo in questo percorso.

 

Dott.ssa Chim. Ir. Roberta Giacometti                                                                                                                                Dott.ssa Fis. Erica Martinucci

Consigliere FNCF                                                                                                                                                                     Referente Fisico per il

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