Il 6 gennaio, con l’arrivo dell’Epifania, in tutti i presepi arrivano anche i Re Magi portando in dono a Gesù oro, incenso e mirra. Chissà quante volte, da bambini, abbiamo sentito il racconto del loro viaggio, guidati dalla stella cometa. Ma quanti sanno il significato simbolico che si cela dietro i tre celebri doni? Scopriamolo. L’oro simboleggia la regalità del Bambino nato, l’incenso ricorda la sua divinità e la mirra, che veniva usata per la mummificazione esprime il sacrificio e la morte dell’uomo Gesù. Conosciamo meglio questi doni anche da un punto di vista chimico: l’oro, scoperto circa 6000 anni fa, è un metallo di transizione appartenente al gruppo 11; in quanto metallo nobile, come è noto, è scarsamente reattivo ed è resistente all’attacco di acidi o basi forti, o altri solventi organici. Reagisce però in acqua regia con la quale forma anioni AuCl4–. Come altri metalli forma con il rame, l’argento, il palladio e il platino leghe metalliche di durezza adeguata per forgiare oggetti preziosi e, come ione coordinante, viene impiegato per la produzione di catalizzatori. L’oro, che si trova allo stato natio nelle rocce aurifere o sotto forma di pepite nei fiumi, ha avuto un posto di rilievo nella recente storia della medicina, per la terapia di fondo dell’artrite reumatoide.
L’incenso usato nei riti religiosi fin dall’antichità, è una resina di colore giallo pallido che si ottiene da un albero del genere Boswellia. Il 30% di questa resina è formata dall’acido β- boswellico avente formula chimica C30H48O3. La gran parte di quest’acido volatilizza quando l’incenso viene bruciato. L’aroma che si percepisce però è dovuto alla presenza di altre molecole quali ottanolo e ottil acetato.
Diverse ricerche (fondamentale quella di Edzard Ernst, pubblicata sul British Medical Journal nel 2008) ci confermano la presenza in questa resina di numerose sostanze chimiche dotate di attività antinfiammatoria. La Boswellia si utilizza ormai da molti anni, ottenendo buoni benefici, nei pazienti con colite ulcerosa, Crohn o altre malattie croniche a carico dei bronchi come delle articolazioni.
La mirra è una gommaresina aromatica estratta da un albero del genere Commiphora. La sua frazione volatile, che contribuisce al suo aroma particolare, è costituita da monoterpeni e sesquiterpeni e in particolare da derivati furanici tra cui furanoeudesma-1,3-diene, lindestrene, curzerenone, curzerene, cadinene, diidropirocurzerenone e germacrone che conferisce l’odore caratteristico, con note erbacee. L’uso tradizionale consente di sfruttarne pienamente non solo le proprietà analgesiche, ma anche le capacità antinfiammatorie e antisettiche che si rivelano particolarmente utili nella cura di gengiviti, afte, peridontopatie e nella terapia di ferite e ulcerazioni cutanee.
Questo Natale, quando faremo il presepe e metteremo i Re Magi in cammino verso Gesù ci ricorderemo che oro, incenso e mirra non sono solo doni preziosi. Sono preziosi anche per la salute.