Avvicinandoci alla scadenza del lockdown, è tempo di parlare di lavoro e ripresa economica. E a tal proposito potrebbe essere utile approfondire una questione molto dibattuta, epicentro di una nuova evoluzione nel campo della trasmissione dati, ovvero l’arrivo del  5G.

Come per ogni evoluzione tecnologica si è scatenato  il dibattito etico-sociale sull’utilizzo della tecnologia stessa con l’immancabile contorno di fake news, più o meno fantasiose: dalla conclamata cancerogenesi finanche alla presunta correlazione con la diffusione del coronavirus. Ma in effetti il 5G altro non è che l’upgrade di una tecnologia esistente da poco più di 30 anni, un nuovo modo di comprimere i dati stessi secondo algoritmi e strategie diverse per aumentare capacità e velocità di trasmissione.

Il 5G può funzionare praticamente con tutte le frequenze Tra 600 MHz e  40 GHz  e quindi mentre il 4G operava in bande di frequenza inferiore, fino a 20 MHz, il 5G “occuperà” bande di frequenza più elevate.

In Italia, l’assetto dello spettro radio elettrico è abbastanza complesso essendo lo spettro radio una risorsa limitata che costituisce la base di tutte le comunicazione wireless. È stato, quindi, necessario adottare un nuovo Piano Nazionale di Ripartzione delle Frequenze (PNRF 2018) con decreto del MISE per assegnarle alle compagnie di telecomunicazioni. L’asta di  assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il 5G si è conclusa ad Ottobre 2018 con un ammontare totale di offerte pari a 6,55 miliardi. Le bande destinate ai servizi 5G  avranno frequenze di 700 MHz (attualmente in uso per le televisioni digiatali terrestri e per le quali è stato necessario stabilire un piano di ricollocazione), 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz.

Ma come verranno utilizzate queste bande di frequenza? Come per le altre reti cellulari, anche  quelle 5G utilizzeranno un sistema di celle che dividono il territorio in settori  e mandano dati codificati attraverso le onde radio. I dati, ovvero le informazioni, vengono inviati sotto forma di segnali elettromagnetici dalle “stazioni radio” (le antenne) ai terminali mobili (smartphone o device mobili dotati di connessione). La rete 5G usa un tipo di codifica dei dati nuovo e migliorato, che differisce da quello del 4G nella progettazione dei componenti e della rete. Il risultato è una notevole riduzione del  tempo di  latenza nella trasmissione dei dati (il tempo di latenza è il tempo che intercorre tra l’invio dell’input e la disponibilità dell’output) per rendere la comunicazione più flessibile e rapida. Inoltre, le celle 5G saranno in grado di efficientare il funzionamento della rete in maniera intelligente,  potendo gestire più connessioni in contemporanea.

È Interessante, quindi, comprendere come l’avvento delle quinta generazione possa apportare dei significativi miglioramenti per lo sviluppo della società digitale. Sia per aumentare le prestazioni dei servizi attualmenti offerti, sia per supportare nuovi servizi come l’Internet of Things (IoT) incluse le cosiddette comunicazioni M2M (Machine to Machine) e i servizi di comunicazione in situazioni di emergenza (si pensi alla telemedicina) e di pubblica sicurezza.

Quello di cui parliamo è digitalizzazione degli edifici, smart home, smart factory  e città intelligenti ma anche teleassistenza sanitaria, identità digitale e digitalizzazione dell’impresa. Secondo gli economisti, il mercato italiano dell’Internet of Things ha raggiunto lo scorso anno un valore di 6,2 miliardi di euro, con una crescita del 24% rispetto all’anno precedente.

Ed anche a livello normativo, infatti, con il Decreto Legge n. 135 del 2018 sono state introdotte nell’ordinamento italiano le definizioni di blockchain e  smart contract, mentre con la Legge di Bilancio 2019 è stato istituito un Fondo per lo Sviluppo delle Tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale.

Queste sono le infrastruttture che implementano la vera digitalizzazione del Paese e  passano tutte dalla necessità di rendere più performanti le linee di comunicazione e la trasmissione dei dati. Ed ecco quindi che il 5G diventa fondamentale per l’economia e la tecnologia presente.

Ovviamente notevoli evoluzioni portano, alle volte, ad altrattanto notevoli questioni da risolvere: l’implementazione del 5G richiede l’aumento del numero di antenne (al crescere della frequenza, la propagazione del segnale diventa più difficile, in quanto maggiormente sensibile agli ostacoli fisici) da dover gestire a livello territoriale in termini di elettrosmog e anche da un punto di vista paesaggistico.

Ma, problematica più infima riguarda la sicurezza dei dati perchè le reti 5G offriranno agli attacchi informatici un numero maggiore di potenziali punti di accesso, per via di un’architettura meno centralizzata.

Ad ogni modo il 29 Gennaio 2020 la Commissione UE ha approvato un pacchetto di strumenti, concordato con gli Stati membri, per garantire un approccio concertato e sicuro al lancio del 5G e affrontarne i rischi.

Si prevede che il debutto mondiale del 5G sarà nel 2022.

 


Dott.ssa Fis. Erica Martinucci