Due giorni dopo la cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi di Parigi 2024 ho intervistato il Dott. Chim. Andrea Borgato, di ritorno dalla sua quarta Paralimpiade.
Nato il 14/12/1972 a Monselice (PD), nel 1995 il Dott. Borgato subisce un tamponamento a causa del quale diventa tetraplegico. Nel 2004 consegue la laurea in Chimica all’Università di Ferrara e comincia a giocare a tennis tavolo nel 2006. Da allora è stato un crescendo di titoli conquistati, a fronte della passione e della cattiveria agonistica messe sempre in gioco dal nostro campione. Oltre a svariati tornei open a cui ha partecipato vincendo alcuni bronzi, nel 2008 partecipa ai Campionati Assoluti Italiani a Lignano conquistando il 4° posto di categoria.
Nel 2011, 2012, 2013, 2014, 2016, 2017, 2018, 2020, 2022 e 2024 partecipa ai Campionati Assoluti Italiani a Lignano conquistando il titolo di Campione Italiano di categoria classe 1. Il 19/12/17 è stato insignito del Collare d’Oro al Merito Sportivo ricevuto dal Presidente del Consiglio presso la Sala delle Armi al Foro Italico in Roma, in ragione della vittoria della medaglia d’oro ai Campionati Mondiali di Team tenutesi a Bratislava, in coppia con Federico Falco.
Attualmente copre la 14° posizione nel ranking mondiale IPTTC di categoria Classe 1 e ottavo nel seeding del torneo paralimpico; partecipa alle Paralimpiadi di Londra 2012, Rio 2016, Tokio 2020 e Parigi 2024 raggiungendo la nona, quinta, quinta e quinta posizione rispettivamente.
Ecco qui dunque il contenuto dell’intervista al Dott. Borgato.
Ciao Andrea e bentornato da Parigi, dalla tua quarta paralimpiade. Com’è stato per te vivere di nuovo questa emozione?
È stato piuttosto inaspettato, perché l’anno scorso ho avuto problemi di salute piuttosto seri, a causa dei quali ho perso molti mesi di preparazione, di allenamento, di partecipazione a dei tornei che mi avrebbero permesso la qualificazione. Qualificazione che poi è arrivata quasi inaspettatamente all’ultimo torneo della stagione, che riservava un posto a cinque cerchi. Ci ho messo molta grinta ed è stata una grande soddisfazione. Gli avversari a Parigi erano di un ottimo livello, purtroppo ho perso il quarto di finale contro l’atleta ungherese, che avrebbe poi conquistato la medaglia di bronzo. Ho dato molto durante il primo set, e poi le energie sono calate, per poi tornare nella fase ormai finale della gara. È stata una grande delusione, ma va detto che il mio stato di forma attuale rendeva difficile pensare di poter battere le teste di serie e i primi in classifica.
Ci puoi offrire uno sguardo da dietro le quinte di questi giochi di Parigi?
Sono stati dei bei giochi, da italiani in realtà abbiamo una storica diffidenza nei confronti dei francesi, ma effettivamente sono stati molto accoglienti e gentili. Al villaggio e nei vari impianti erano impiegati numerosi volontari che hanno reso tutto efficiente e ricco in dimensione umana. È stata molto emozionante anche la siflata degli atleti a bordo dei mezzi dedicati per le strade di Parigi, circondata da un turbine di gente festante in particolar modo lungo gli Champs Elysees, dove un sacco di gente senza biglietto attendeva emozionata di vedere gli atleti passare.
Il villaggio olimpico era piuttosto grande, commisurato alle dimensioni riscontrate nelle altre edizioni e collocato in un bel quartiere. Era tutto molto colorato, con le bandiere delle nazioni partecipanti esposte a far bella mostra fuori dalle palazzine. Si respirava una bella atmosfera.
C’è questa usanza tra atleti di scambiarsi le spillette delle rispettive nazionali. Le nazionali forniscono agli atleti un certo quantitativo di spillette raffiguranti la bandiera per cui si gareggia appositamente per consentire gli scambi tra gli atleti e la conseguente interazione e socializzazione.
…dunque tu avresti potuto portare anche la spilletta con la C di Chimici!
[ride, ndr] Potrebbe essere un’idea, sì!
Sei il nostro orgoglio chimico olimpico! Ci puoi far comprendere come la chimica si sposa con la tua attrezzatura sportiva e con lo sport del tennis tavolo?
Beh nella tecnica per eseguire i colpi c’entra molto la fisica (impatto con la pallina, angolazione della racchetta, spin dela pallina). La chimica interviene in fase di ideazione e costruzione dei materiali. Ad esempio considerando il telaio della racchetta, che può essere in legno normale o in balsa. Solitamente il telaio è un multistrato, per cui è importante l’incollaggio. A seconda di rigidità e durezza del legno la racchetta diventa più o meno veloce e più o meno pesante.
La chimica organica interviene molto nelle gomme impiegate nel tennis tavolo. Le gomme sono composte da uno strato spugnoso che viene incollato sotto la topsheet, ossia la superficie della gomma che entra in contatto con la pallina. La parte spugnosa della gomma, la gommapiuma, deve essere leggera, omogenea e appunto spugnosa al punto desiderato, mentre per la topsheet contano molto rigidità, elasticità, la capacità dela superficie di offrire attrito a contatto con la pallina. Per le topsheet ci sono le liscie aderenti, liscie non aderenti, le puntinate corte, medie e lunghe. Queste ultime gomme daranno meno effetto al colpo.
Io gioco con due gomme liscie aderenti, perché il mio proposito è di dare molto spin alle palline. Perciò gioco con gomme relativamente lente, cioè di controllo, che danno molto spin.
Ci racconti qualcosa intorno al tema delle frodi sportive nel tennis tavolo?
Le gomme sono tutte omologate, e ciò impedisce di intervenire direttamente su di esse da parte dell’atleta. Purtroppo tuttavia è già accaduto in campionati minori che siano stati apportati artatamente dei trattamenti alle gomme con l’intento di modificare le caratteristiche già omologate, prima del loro incollaggio sulla racchetta (ad esempio cottura in microonde, trattamento della superficie della gomma con particolari sostanze…). Queste sono a pieno titolo delle frodi sportive.
Un esempio di rilevazione delle frodi sportive, considerando le gomme puntinate: la gomma viene posizionata su un piano inclinato, con sopra un peso standard. Si osserva la velocità di caduta del peso: se questa è troppo elevata, la gomma è truccata.
In passato, per velocizzare le gomme si usavano i cosiddetti booster, oltre a colle e solventi con relative problematiche riferite alla salute degli atleti, prima che al regolamento sportivo. Oggi questa pratica è assolutamente vietata.
Inoltre, nelle gare importanti è sempre previsto il racket control, il controllo delle racchette: tra i vari controlli effettuati c’è anche il controllo arbitrale dei VOC per messo di un FID portatile. Ed ecco come anche la chimica analitica trova spazio nel mio sport!
Vorresti lasciare un messaggio ai colleghi sulla base della tua esperienza di vita e paralimpica?
Un Chimico che fa ricerca e sperimentazione lo sa bene, i successi passano per i fallimenti. I fallimenti servono ad escludere le strade sbagliate, e questo avviene anche nello sport. Perciò quando sperimentiamo un fallimento non dobbiamo averne paura o abbatterci, e non dobbiamo mai stancarci di cercare nuove vie.
Intervista a cura di Roberta Giacometti