Sono passati più di un paio di anni da quando, essendo stata coinvolta nel gruppo Comunicazione della FNCF, ho fatto le mie presentazioni.

Nella newsletter di Maggio della FNCF, a proposito di percorsi professionali, si parla della Fisica Medica ed eccomi nuovamente al cospetto dei nostri lettori, lieta di raccontare, insieme al Dott. Fis. Danilo Aragno, Dirigente Fisico Medico presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, la nostra amata professione.

Ho incontrato il dottor Aragno in alcuni dei corsi che ho seguito durante la Scuola di Specializzazione e poi per la Formazione Continua, e come è successo anche nel Suo percorso, osservando il Fisico Medico all’opera, ho sentito alimentare la passione verso le applicazioni della Fisica in ambito medico. Attualmente svolgo anch’io la mia professione nel Sistema Sanitario Nazionale, dopo aver vinto il concorso da Dirigente Fisico presso Il Presidio Ospedaliero Vito Fazzi dell’Azienda Sanitaria Locale di Lecce.
Il mio percorso, come per tutti i miei colleghi, non è stato affatto semplice, un percorso poco conosciuto che passa anche dal grande problema del riconoscimento dei contratti di formazione per gli specializzandi non medici. Problema annoso, speriamo in via di soluzione, che non riguarda solo i Fisici Medici ma che interessa molte altre professionalità, in campo fisico ma anche in ambito della Chimica.

Ho conosciuto l’oceano della Fisica Medica quand’ero già iscritta all’Università, come uno fra i corsi a scelta presenti nell’offerta formativa, e da allora si sono susseguite una serie di piacevoli sorprese e scoperte su come lo studio della Fisica potesse accostarsi ad un ambito, quello medico, che fino ad allora non avevo neanche mai sfiorato.

E una volta tuffata ho scoperto un nuovo modo di nuotare.

Proprio come scrive il dottor Aragno, in qualche modo la professione forgia la persona e così diventa una vocazione. Sono Fisico Medico non da troppi anni ma sufficienti per comprendere che il Fisico Medico è una figura che diventa sempre più preponderante nell’Organizzazione Ospedaliera, grazie anche al recente aggiornamento normativo con il nuovo Decreto Legislativo sulla radioprotezione, il D.Lgs 101 del 31 Luglio 2020, che colloca lo Specialista in Fisica Medica in un ruolo chiave e indispensabile per la sicurezza e protezione del paziente e dei lavoratori. Sono diversi e molteplici gli ambiti che il Fisico Medico può approfondire, prestando la sua professione al servizio del Sistema Sanitario Nazionale, dall’ambito terapeutico all’ambito diagnostico e in tema di sicurezza sul lavoro.

Nel mio specifico, mi occupo di Radioterapia. Il Fisico è il progettista del piano di cura dei pazienti oncologici che vengono curati con l’utilizzo delle radiazioni ionizzanti. Il medico Radioterapista stabilisce il target all’interno del paziente che deve essere “colpito” con le radiazioni e la dose di radiazioni necessaria a necrotizzare il tessuto malato. A questo punto il Fisico Medico, cosciente di come le radiazioni si comportano nell’interazione con i tessuti biologici e di come l’acceleratore di particelle, che egli stesso ha calibrato e di cui garantisce il buon funzionamento, eroga le radiazioni, progetta il piano di trattamento, per ogni paziente, stabilendo i parametri tecnici affinchè la giusta dose di radiazione “annienti” il target (che corrisponde alla malattia), preservando il più possibile gli organi adiacenti e interposti ad esso.
E’ un lavoro di grande responsabilità, professionale e umana. E’ un lavoro di squadra in cui, come ben si potrà comprendere, ogni step è determinante e propedeutico alla cura del paziente.
E poi, tanto altro, come in ogni professione scientifica le sfaccettature sono molte: come Specialista in Fisica Medica mi occupo anche della garanzia della qualità delle apparecchiature radiologiche (ce ne sono una grande varietà e in molti reparti ospedalieri) e della protezione dei lavoratori radioesposti e dell’ambiente.

Condividere e divulgare la mia professione è sempre un gran piacere, mi sento parte di una rete di professionisti accomunati dalla stessa passione. E nell’analisi del periodo pandemico, l’interconnessione e la comunicazione, che non si sono mai fermate, rappresentano sicuramente un aspetto positivo della vicenda: la possibilità dell’incontro virtuale ha abbattuto le barriere geografiche che influenzano, e talvolta limitano, il confronto con i colleghi lontani e visto dal “profondo sud” si tratta di un grande passo in avanti.

 

Dott.ssa Fis. Erica Martinucci
Referente Fisico per la Commissione Comunicazione FNCF