Tra il 19 e il 21 novembre 2024 si terrà la fiera Ambiente Lavoro di Bologna, il principale evento in Italia dedicato alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Presso il Padiglione 21, stand C54, il team di Conflavoro e UNASF accoglierà visitatori, aziende e professionisti, offrendo materiali informativi, strumenti pratici e iniziative innovative per supportare le imprese nella prevenzione dei rischi e nella gestione della sicurezza, grazie alla rete dei Centri di Formazione (CFPT).

Ambiente Lavoro è un appuntamento di riferimento per approfondire le normative sulla sicurezza, scoprire soluzioni tecnologiche avanzate e confrontarsi con esperti del settore. Questi tre giorni della manifestazione saranno dedicati a sottolineare l’importanza della formazione e delle certificazioni come strumenti strategici per affrontare le sfide legate alla sicurezza nei contesti lavorativi, fornendo risorse utili e concrete per le aziende.

Il lavoro negli ambienti confinati

È in quest’ottica che si lega il concetto di lavoro negli ambienti confinati, che verrà approfondito il 20 novembre con la partecipazione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici. La conferenza prevista dalle 14:00 alle 17:30 in Sala Melodia (Centro servizi blocco B – 1° piano) offrirà un’anteprima sui contenuti della norma UNI 11958, dedicata all’identificazione dei pericoli e alla valutazione dei rischi negli ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento, con particolare attenzione al quadro normativo vigente e al ruolo fondamentale dei chimici e dei fisici per la sicurezza sui luoghi di lavoro e la costruzione della consapevolezza dei rischi.

Il D.P.R. 177/2011 stabilisce che le attività in ambienti sospetti di inquinamento (articoli 66 e 121 del D.Lgs. 81/2008) e in ambienti confinati (allegato IV, punto 3, del D.Lgs. 81/2008) possono essere svolte esclusivamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati, introducendo misure specifiche per garantire un maggiore livello di sicurezza per gli operatori. La UNI 11958, pubblicata il 14 novembre 2024, propone linee guida per l’identificazione e la gestione dei rischi in questi contesti. Inoltre, le sue indicazioni possono essere applicate anche a situazioni simili, definite “ambienti assimilabili”, che pur presentando caratteristiche e pericoli analoghi agli ambienti confinati o sospetti di inquinamento, non rientrano direttamente nel campo di applicazione del D.P.R. 177/2011.

Sono intervenuti per conto della nostra Federazione tre figure di spicco. Il dottor Flavio Noè col suo intervento su «Le trasformazioni chimiche negli spazi confinati: un aspetto spesso sottovalutato». La dott.ssa Paola Berardi ha parlato invece  degli «Agenti Fisici nei luoghi di lavoro: stato dell’arte, novità e strumenti di supporto alla valutazione del rischio». Il convegno vuole mettere a disposizione degli attori aziendali della sicurezza e degli operatori della prevenzione, conoscenze, esperienze e strumenti informativi utili ai fini della prevenzione e protezione dagli agenti fisici in tutti i comparti lavorativi. 

«Il chimico e il fisico rivestono ruoli complementari e fondamentali nella sicurezza sul lavoro, soprattutto nella gestione degli agenti fisici. Ogni professionista apporta competenze specifiche per identificare, valutare e mitigare i rischi presenti negli ambienti lavorativi – ha affermato Berardi -. La collaborazione tra chimico e fisico è cruciale in molti contesti lavorativi. In quanto professionisti sanitari, con le loro competenze tecniche contribuiscono a garantire ambienti di lavoro più sicuri, proteggendo la salute dei lavoratori e dell’ambiente, migliorando la gestione dei rischi professionali, ma sempre nell’ottica della cura primaria della persona».

Non poteva non mancare anche l’intervento della presidente della Federazione, la dott.ssa Nausicaa Orlandi, che si è concentrata in particolare sul lavoro di chimici e fisici nel settore marino, ma anche più ingenerale sui rischi a cui ci si espone in assenza di una consapevolezza del pericolo:

«Il tema degli spazi confinanti è stato da noi sempre attenzionato proprio perché molti colleghi – continua Orlandi -, ad esempio, operano in spazi confinati, si è parlato di pantieri, si è parlato di mostre, esiste anche tutto il settore marino. Molti dei nostri colleghi fanno un lavoro molto particolare che si chiama Chimico di Porto e va sempre sinceramente in alcuni luoghi veramente augusti e stretti e dotati di autorespiratori, altrimenti non si sa che c’è. […] È giusto dare gli strumenti, è giusto certificare i contratti, ma è giusto che ci sia anche una consapevolezza. Perché il primo che rischia molto spesso in queste aziende piccole è anche quel titolare. che va insieme al lavoratore. E rischia proprio perché il pericolo non lo vede».