Da un secolo a questa parte, la chimica ha senza dubbio portato enormi benefici all’umanità con la progettazione e la realizzazione di materiali innovativi, di fertilizzanti e fitofarmaci che hanno permesso produzioni agricole in grado di sfamare gran parte della popolazione mondiale, farmaci per la cura di moltissime patologie. Tuttavia, l’immagine che ancora oggi, l’opinione pubblica, associa alla parola “Chimica”, nonostante gli sforzi profusi da associazioni imprenditoriali, aziende del settore chimico e strutture accademiche per evidenziare i vantaggi dell’attività chimica, pur mettendo in evidenza limiti e rischi, è associata a inquinamento, disastri ecologici, sofisticazioni alimentari, esplosivi e armi. L’azione spesa da associazioni, aziende e mondo universitario non sono molto efficaci e perdono la loro potenziale capacità comunicativa, anche se ben preparati, perché indirizzati ad ascoltatori che hanno dei pregiudizi per la Chimica e poi sono scoordinati tra loro.

La scarsa dimestichezza che la popolazione ha con la chimica è dovuta alla carente formazione, su questa disciplina, ricevuta nel corso della loro carriera scolastica. Ciò è dovuto a quanto nella scuola si perpetra nei confronti di questa disciplina, il cui insegnamento, nella maggior parte delle scuole, è affidato a docenti che hanno una preparazione priva di chimica perché, hanno affrontato percorsi universitari, nei quali lo studio di questa disciplina prevedeva solo qualche corso curricolare o, in alcuni casi, nemmeno quello.

Andiamo a esaminare brevemente la situazione attuale dell’insegnamento di Chimica nella scuola odierna.

In Italia, l’insegnamento della chimica è parte integrante del curriculum scolastico, sia a livello di scuola superiore che universitario. Ecco alcuni punti salienti nella nostra scuola, cui è affidato il compito di formare gli studenti, i quali, conseguita la maturità, si affacciano nel complesso mondo universitario.

Il primo approccio con alcuni concetti chimici di base, l’apprendimento degli elementi, delle leggi fondamentali della chimica e delle reazioni chimiche di base, avviene nella scuola secondaria di primo grado (scuola media). Purtroppo, spesso queste informazioni sono date in modo sommario e veloce per dare spazio alla biologia e alla matematica, perché, Matematica e Scienze (A028), in maggior parte è insegnata da docenti che nel loro curricolo universitario hanno sostenuto solamente qualche esame di chimica.

Nella scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore), la chimica è disciplina obbligatoria nei programmi di studio. Gli studenti approfondiscono i concetti introdotti nella scuola media, imparano la struttura atomica, le leggi della termodinamica, le reazioni chimiche complesse altri argomenti avanzati. Inoltre hanno anche l’approccio alla chimica organica e alla biochimica. Per fare una disamina più dettagliata dell’insegnamento di chimica nella scuola secondaria superiore, bisogna tenere conto delle varie tipologie di scuole.
Iniziamo dai licei. In essi la chimica è insegnata, insieme alle scienze naturali e alla biologia, prevalentemente da docenti, nel cui curricolo di studi universitari, le discipline chimiche contribuiscono per pochi CFU. Pertanto, è insegnata da docenti che con la chimica non hanno tanta dimestichezza, sia per la loro preparazione universitaria, sia per la forma, diversa da quella di chi ha frequentato un corso di laurea con pochi CFU dati discipline chimiche, teoriche e laboratoriali, Così si rischia di sacrificare concetti di base che sono fondamentali per lo studio della disciplina. Proprio per far apprendere questi concetti, alcuni argomenti di chimica devono essere presi in considerazione nel processo formativo (legame chimico, equilibrio, caratteri e proprietà) e quindi garantiti da una specificità didattica le cui forme attuative possono essere discusse, anche sulle differenti situazioni e tipi di scuola. Per questo motivo, l’insegnamento di Chimica, nei licei, dovrebbe essere insegnato dai laureati in discipline chimiche (classe di concorso A034) e non a esclusivo appannaggio della classe di concorso A050. Vediamo ora l’insegnamento di Chimica negli Istituti Tecnici. Nel primo biennio, spesso, per mancanza di un tempo adeguato, solo tre ore settimanali, per una disciplina che non è solo teorica, ma soprattutto laboratoriale, gli insegnanti ricorrono a un inutile nozionismo a carattere enciclopedico, non potendo sperimentare nella pratica la teoria. Ciò allontana gli studenti dalla disciplina e la considerano incomprensibile e lontana dalla realtà. Nel secondo biennio e nel quinto anno, lo studio della Chimica è affrontato negli indirizzi che prevedono un diploma specifico in discipline chimiche. Ad esempio, nell’Istituto Tecnico Tecnologico vi è l’indirizzo Chimica materiali e Biotecnologie, suddiviso in tre articolazioni: Chimica e Materiali; Biotecnologie Ambientali e Biotecnologie Sanitarie. L’articolazione Biotecnologie Sanitarie fornisce agli studenti competenze per affrontare gli studi in ambito sanitario. L’articolazione Biotecnologie Ambientali fornisce le competenze per potersi orientare nel complesso campo della difesa dell’ambiente. In queste due articolazioni, lo studio di alcune discipline chimiche è stato sostituito da quelle caratterizzanti le relative articolazioni. L’articolazione che deve fornire le competenze specifiche, sulla chimica dei materiali, indirizzare gli studenti diplomati o al mondo del lavoro o a proseguire gli studi universitari nelle discipline chimiche e, quindi, all’esercizio della professione di Chimico, è l’articolazione Chimica e Materiali. Quest’ultima, con le passate riforme, con le quali sono state diminuite le ore professionalizzanti, è stata ridotta di contenuti. Non si insegna più la Chimica Fisica, disciplina che sta alla base dei processi chimici. Le ore assegnate alle discipline (Chimica Analitica, Chimica organica; Tecnologie Chimiche) sono insufficienti per fornire un’adeguata preparazione soprattutto pratica. Non è possibile affrontare lo studio su svariate matrici, ma ci si deve limitare solo ad alcune. I docenti devono selezionare gli argomenti, preferendone alcuni a discapito di altri non meno importanti.

Quali sono gli sbocchi occupazionali per chi intraprende gli studi in discipline chimiche? Chi ha frequentato una delle tante tipologie di liceo, se vuole lavorare nell’ambito della Chimica deve frequentare l’Università e conseguire una laurea. Chi invece ha conseguito il diploma in un Istituto Tecnico Tecnologico, può proseguire gli studi universitari o entrare direttamente nel mondo del lavoro.

Sbocchi occupazionali e professionali previsti per i periti chimici:
Il perito chimico analizza tutto quello che riguarda gli elementi e gli stati della materia. Nei laboratori analitici analizza, osserva e sperimenta i dati osservati, riportandoli nella documentazione tecnica redatta con specifici programmi informatici. Segue i protocolli e le tecniche, con le quali esegue analisi, ricerche e test, in autonomia e sicurezza. Può prestare la sua opera nei laboratori di analisi, ricerca e sviluppo, nei laboratori di controllo qualità; può esercitare la libera professione; negli stabilimenti produttivi; in società che si occupano di certificazioni di qualità per il settore chimico; iscriversi in un corso di laurea, in particolar modo, Chimica o nelle lauree a indirizzo farmaceutico.

Sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureati:
I laureati in Chimica potranno svolgere attività professionali in ambito industriale; nei laboratori di ricerca, di controllo e analisi; nei settori dell’ambiente e dell’energia; nella conservazione dei beni culturali; nelle aziende alimentari e di trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli; carburanti e combustibili; aziende farmaceutiche; ecc.; in particolare per i settori: Chimica dell’ambiente: controllo e analisi su martrici ambientali, dell’energia, delle tecnologie chimiche, nella sintesi e uso di materiali sostenibili, e conservazione dei beni culturali; Chimica dei materiali: attività di produzione di materiali ceramici, metallici e polimerici di sintesi, trasformazione dei materiali per la produzione di componenti per l’edilizia, l’industria automobilistica, il controllo e la prevenzione della corrosione dei materiali; Sintesi e caratterizzazione chimica: inserimento nelle industrie chimiche e chimico farmaceutiche, enti di ricerca nei settori della sintesi di composti organici, inorganici e organometallici e sintesi di polimeri, purificazione e caratterizzazione dei composti chimici.

Il Chimico può assumere varie figure in ambito lavorativo: biochimico, chimico delle catalisi, chimico ambientale, chimico degli alimenti, chimico inorganico, chimico organico.
Una laurea in Chimica offre numerose opportunità, perché il mondo del lavoro riconosce la figura e la formazione di un chimico e la sua utilità in vari settori. L’attività di ricerca e sviluppo è sicuramente molto importante, ma quello che caratterizza di più l’industria chimica, diversamente dagli altri settori, è la necessità di impiegare chimici in praticamente tutte le funzioni aziendali: produzione e logistica; vendite, marketing e assistenza alla clientela; ambiente e qualità.

Da quanto esposto in precedenza, si può dedurre che per avere studenti migliore formati in una disciplina, fondamentale per lo sviluppo tecnologico, che guardi principalmente alla salute dei cittadini e a un ambiente pulito e salubre, è necessario formare meglio la classe studentesca. A tale scopo bisogna fornire loro docenti competenti e aggiornati continuamente con giusti corsi di formazione nella disciplina che insegnano, dotando le scuole di laboratori pratici che includano l’utilizzo di nuove tecnologie di indagine chimica, realizzando progetti in collaborazione con l’industria di settore.

In questi ultimi anni si stanno implementando le discipline STEM, promuovendo l’interdisciplinarietà e l’apprendimento empirico. Per insegnare le discipline scientifiche e avere dei buoni riscontri, servono spazi idonei e laboratori attrezzati che nella maggior parte delle scuole italiane non esistono. In queste condizioni l’insegnamento rimarrà sempre teorico, utilizzando come soli mezzi di apprendimento la lezione frontale e il libro di testo.

Per sanare alla radice l’immagine distorta che l’opinione pubblica ha della chimica, bisogna operare sull’utenza scolastica più giovane, introducendo nella scuola primaria, un approccio alla chimica, ad esempio facendo imparare ai bambini a riconoscere i vari materiali e le loro proprietà, gli alimenti e le principali proprietà nutrienti per abituarli a una corretta alimentazione. In questo modo si comincerà a far sviluppare, già dall’infanzia, una mentalità scientifica. Si comincerà così a formare una coscienza scientifica. Probabilmente, completati gli studi scolastici, avremo un maggior numero di studenti che sceglieranno di formarsi nelle discipline chimiche e non solo. Formarsi nelle discipline chimiche è molto importante, perché, oltre a comprendere le fondamenta scientifiche, si acquisiscono strumenti necessari per sostenere quelle che sono le sfide globali della sostenibilità ambientale, la ricerca di materiali nuovi e innovativi, la progettazione e sintesi di nuovi farmaci.

E’ necessario pertanto, che tutte le istanze provenienti dal mondo della scuola italiana siano rappresentate a chi ha responsabilità di governo. Il MIM deve condividere l’importanza della Chimica come strumento di sviluppo economico – sociale che possa mantenere il benessere del paese e della popolazione tutta. Deve preordinare un sistema formativo capillare per le scuole di ogni ordine e grado che mostri non solo i vantaggi, ma anche le criticità e i rischi che lo sviluppo della Chimica comporta.

 

Dott. Chim. Rosario Saccà