Incidenti, infortuni, morti sul lavoro e malattie professionali non accennano a diminuire, i dati riportati dalle principali testate nazionali segnalano la gravità della situazione attuale: molte emergenze sono spesso riconducibili ad una mancata adozione di misure di prevenzione e protezione e anche ad una non completa valutazione di tutti i rischi. Nonostante nella bozza del Decreto fiscale 2022 il Governo e, nello specifico, il Ministero del Lavoro abbiano introdotto al titolo III numerose misure relative al Rafforzamento della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, risultano ancora insufficienti le norme in materia di Prevenzione.
Il decreto pone dei buoni presupposti, prevedendo importanti interventi, come la riduzione della percentuale di lavoratori irregolari – che se presenti in azienda portano alla sospensione dell’attività – e il potenziamento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Tuttavia, la salute e sicurezza sul lavoro – tema imprescindibile, di interesse economico e sociale – non può basarsi sulla sola emergenza e su un sistema fatto unicamente di sanzioni, si deve agire in modo preventivo partendo da una puntale valutazione di tutti i rischi, individuazione di misure di prevenzione, che tengano conto di formazione, addestramento e controllo operativo.
«La prevenzione è un piano strategico e programmatico che in prima battuta si concretizza con investimenti mirati e onerosi e che poi si radica in comportamenti, azioni e processi di medio e lungo periodo. È necessario non limitarsi solamente a politiche di tipo ispettivo, prevedendo e promuovendo la presenza in enti ed imprese di competenze e figure professionali, esperte in ambito di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro», dichiara Nausicaa Orlandi, Presidente della Federazione Nazionale degli ordini dei Chimici e dei Fisici. “La prevenzione della salute del lavoratore richiede inoltre competenze specifiche come nel caso dei rischi derivanti da agenti chimici e fisici. E’ necessaria una svolta, è indispensabile garantire ai lavoratori ed alle imprese la certezza di poter avere delle valutazioni efficaci ed efficienti a salvaguardia e prevenzione della salute del lavoratore, e nel beneficio di tutta la collettività. È necessario che il datore di lavoro sia supportato da professionisti competenti che illustrino le problematiche e lo supportino nell’adozione di scelte e di interventi.”
È di pochi giorni fa la lettera della Federazione Nazionale indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Orlando, nella quale viene richiesto un intervento normativo del Governo per prevenire infortuni mortali e malattie professionale, per definire chiaramente l’importanza di avere competenza professionale specifica in ambito chimico e fisico per lo svolgimento delle valutazioni di rischio e la scelta delle misure di prevenzione. Solo un percorso di studi che sta alla base delle professioni sanitarie di Chimico e Fisico permette infatti di conoscere i fondamenti di tali agenti, prevenire reazioni durante un processo produttivo, così nello stoccaggio, nel trasporto, nella gestione dei rifiuti e negli spazi confinati, ed effettuare una corretta valutazione del rischio a garanzia della salute del lavoratore. Solo parlando di agenti chimici si pensi l’importanza di avere competenze nell’applicazione in ambito lavorativo degli scenari di esposizione previsti dal regolamento REACH (Regolamento (CE) n. 1907/2006) e CLP (Regolamento (CE) n. 1278/2008) e di tutte le valutazioni correlate all’attuazione del PNRR.
“È in gioco la salute del lavoratore che rischia non solo infortuni ma anche malattie professionali che condizioneranno tutta la sua vita – prosegue Orlandi – La Federazione Nazionale ha pertanto chiesto nuovamente al Governo di prevedere una modifica dell’attuale D.Lgs. 81/08 inserendo la figura del Chimico e Fisico, quale esperto interno o esterno all’azienda, a cui si debba rivolgere il datore di lavoro per effettuare la valutazione dell’esposizione ad agenti chimici e fisici, stanti le ricadute rilevanti. Valutazioni, campionamenti, monitoraggi ed analisi ambientali, sulla base dei quali il datore di lavoro è chiamato ad assumersi responsabilità ed intraprendere misure di prevenzione e protezione in ambito di rischio chimico e fisico, necessitano evidentemente di professionisti Chimici e Fisici.”
Parimenti la Federazione chiede che “in questo periodo di assunzioni nell’ambito degli enti preposti alla sicurezza sul lavoro (ASL, SPISAL, INAIL,..) siano previste assunzioni di Chimici e Fisici professionisti sanitari, che hanno a cuore la salute del lavoratore, e che sono in grado di garantire controllo, analisi e studio di agenti chimici e fisici e loro ricadute nel tempo sulla popolazione anche ai fini statistici infortunistici ed assicurativi”
Il cambiamento di un sistema Paese passa sicuramente anche per la formazione delle future generazioni di lavoratori e di classi dirigenti, ed è pertanto “necessario insegnare il concetto di Salute e Sicurezza sin dai primi anni di scuola, educando alla cultura della prevenzione agli studenti che saranno i lavoratori, i professionisti e la classe politica del futuro.“
Per cancellare gli infelici numeri segnati da questa enorme piaga economica e sociale, lo Stato deve, pertanto, conferire la giusta formazione a ciascun cittadino – qualunque sia il suo ruolo in un’azienda, in un ente pubblico o, in generale, nella società – e questo significa individuare delle figure altamente specializzate che educhino i lavoratori, i professionisti e gli imprenditori di oggi e di domani. È fondamentale prevedere cospicui stanziamenti, indirizzati all’avvio di corsi accademici in cui il focus del percorso didattico sia incentrato interamente sulla prevenzione e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.
Questo l’impegno che il legislatore, assieme agli ordini e alle federazioni di professionisti che si mettono a disposizione, ha l’obbligo di assumersi per porre fine una volta per tutte a infortuni e disgrazie sul lavoro.