Nella serata dello scorso 29 luglio il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga, fino al 15 ottobre 2020, dello stato d’emergenza dichiarato lo scorso 31 gennaio in conseguenza della dichiarazione di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2 e conseguente pandemia da CoViD-19. Rimangono quindi cogenti le disposizioni di cui ai D.L. nn. 19 e 33 del 2020 che consentono di adottare specifiche misure di contenimento dell’epidemia.
Tale misura, deliberata dopo un intenso confronto parlamentare, non vuole essere strumento per l’acquisizione di poteri particolari a vantaggio di un’élite oligarchica e a danno della libertà personale e politica delle Italiane e degli Italiani. Al contrario, le motivazioni che sottendono a questa proroga consentiranno uno snellimento degli iter per acquisti da parte della PA di ogni strumento (DPC o DPI, gel igienizzante e distanziatori in materiale polimerico, solo per citare alcuni esempi) utile per una veloce ripartenza delle attività di pubblico servizio in completa sicurezza sanitaria, ossia per citare qualche esempio nelle strutture sanitarie, scuole, università. La proroga dello stato d’emergenza riguarderà anche il cosiddetto smart working dei dipendenti pubblici, e dei Professionisti e Imprese che possono attuarlo con profitto.
Tuttavia è bene evidenziare che lo smart working così come, giocoforza, è stato applicato nei mesi del lockdown e dell’isolamento presso il proprio domicilio, andrebbe più propriamente indicato come telelavoro. Questi due concetti si differenziano infatti per alcuni aspetti gestionali riguardanti in primis la sicurezza sul lavoro, e conseguentemente il luogo ed orario di lavoro. I termini del lavoro agile risultano ben definiti dal Legislatore nella Legge 22 maggio 2017, n. 81, “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, nel cui testo viene esplicitamente riportato che “il lavoro agile rappresenta un’opportunità per “incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
Sulla base delle differenze tecniche tra smart working e telelavoro, pertanto, si rimane in attesa di partecipare come FNCF in maniera proattiva nelle sedi opportune, e di concerto con altri Collegi Professionali e Federazioni, per armonizzare i due concetti sopra indicati alla normativa di settore, sempre nello spirito di massima tutela della salute e delle attività peculiari dei Professionisti Chimici e Fisici iscritti all’Albo.
Si segnala infine che la proroga dello stato di emergenza consentirà, in caso di manifestazione di gravi focolai entro il 15 ottobre, l’istituzione di nuove “zone rosse”e di conseguenti provvedimenti.