I prodotti ittici sono rapidamente deteriorabili per via della struttura e della composizione chimica dei tessuti. Il processo di alterazione successivo alla morte del pesce varia in funzioni di fattori intrinseci come la specie, l’habitat e l’alimentazione dell’animale, ed estrinseci come le pratiche poste in essere per l’igiene e la conservazione dopo la cattura.
A parità di fattori intrinseci, la qualità del pesce dipende soprattutto dalla temperatura di conservazione, che incide significativamente sull’attività batterica che porta alla degradazione dell’alimento.
Ai sensi del Regolamento CE 2406/96, che stabilisce norme comuni di commercializzazione per i prodotti della pesca, questi possono essere categorizzati in base alla freschezza come segue:
- Extra (molto fresco)
- A (di media qualità)
- B (stantio ma edule)
- Non ammesso
In questa tabella è presente un esempio di valutazione dello stato di freschezza per il pesce azzurro:
Criteri | Extra | A | B | Non ammesso |
Pelle | Pigmentazione cangiante con tendenza all’irridescenza, netta differenza tra superficie dorsale e ventrale | Perdita lucentezza, colori smorti, minore differenza tra superficie dorsale e ventrale | Spenta, senza lucentezza, colori slavati, formazione di pieghe all’incurvamento | Pigmentazione molto spenta, la pelle comincia a staccarsi dalla carne |
Muco cutaneo | Acquoso, trasparente grigio giallognolo, opaco | Leggermente torbido | Lattiginoso | Grigio, giallognolo, opaco |
Consistenza | Molto soda, rigida | Assai rigida, soda molle, flaccida | Leggermente molle | Molle, flaccida |
Opercoli
|
Argentati | Argentati, leggermente colorati rosso o marrone | Imbrunimento, estese soffusioni ematiche | Giallognoli |
Occhio | Convesso, sporgente, pupilla blu-nera brillante | Convesso, leggermente infossato, pupilla oscura, cornea leggermente opalescente | Piatto, pupilla offuscata, soffusioni ematiche perioculari | Concavo al centro, pupilla grigia, cornea lattiginosa |
Branchie | Colore uniforme, da rosso scuro a porpora, senza muco | Colore meno vivo, muco trasparente | In via di fitta decolorazione, muco opaco | Giallognole, muco lattiginoso |
Odore | Fresco di alghe marine, piccante, salso | Senza odore di alghe marine, neutro | Odore grasso leggermente solforoso, di bacon marcio o frutta rancida | Marcio acre |
È possibile valutare la freschezza e l’idoneità al consumo attraverso:
- Valutazioni organolettiche
- Determinazioni chimiche
- Determinazioni microbiologiche
- Valutazioni organolettiche
Per questo tipo di esame sono considerati i succitati aspetti visivi ed olfattivi, successivamente integrati da analisi chimiche.
- Determinazioni chimiche
Le determinazioni chimiche riguardano principalmente le seguenti sostante:
- Azoto basico totale volatile (ABVT)
- Dimetilammina (DMA);
- Trimetilammina (TMA)
- Ammonio (NH4+)
- Istamina
Ai sensi del Regolamento UE n. 1022/2008/UE, il limite per il pesce azzurro è di 35 mg di azoto su 100 g.
La ricerca dell’azoto basico volatile totale prevista per alcune specie ittiche dal Reg. CE 854/04, rappresenta l’analisi chimica più utilizzata per la valutazione dello stato di conservazione del pesce. Un elevato tenore di ABVT è infatti indice certo di avanzata e/o cattiva conservazione del prodotto.
Per quanto riguarda DMA, TMA e (NH4+) che compongono l’ABVT, non esistono limiti di legge.
La Trimetilammina (TMA), originata per degradazione dell’ossido di trimetilammina conferisce ai prodotti ittici il caratteristico odore di pesce. Anche la DMA trasmette l’odore sgradevole ed è prodotta da fenomeni di autossidazione dei composti organici del pesce, indicando quindi il livello di invecchiamento.
Quindi, nei prodotti freschissimi la Dimetilammina (DMA) e la Trimetilammina (TMA) sono praticamente assenti.
Per l’istamina invece, il Regolamento UE n. 2073/2005/CE stabilisce il limite di 100 mg/kg per i prodotti della pesca ottenuti da specie associate ad un tenore elevato dei livelli di istamina.
- Determinazioni microbiologiche
Tali analisi prendono in considerazione generalmente:
- batteri indicatori di igiene (enterobatteri) e di contaminazione fecale (Coliformi);
- batteri tipici della microflora dei prodotti ittici (Pseudomonas spp);
- batteri patogeni in grado di provocare potenzialmente effetti avversi sulla salute umana (E.coli, Stafilococchi coagulasi positivi, Listeria M., Salmonella spp, Vibrio spp).
Salmonella, listeria e vibrio devono essere assenti. Per gli altri sono stabiliti di seguenti limiti:
- enterobatteri: 1000 ufc/g
- coliformi: 100 ufc/g
- E coli 100 ufc/g
- Stafilococchi 100 ufc/g
Per la Pseudomonas spp è definito, in letteratura, un limite di 100.000 ufc/g.
Fonte: Reg. CE 2406/96 ; Reg. CE 854/04 ; Reg. UE n. 2073/2005/CE ; CEIRSA
Dott.Chim. Daniela Maurizi
Consigliere Segretario della FNCF