Giuseppe Moras

1) Chi è Giuseppe Moras

Mi sono laureato all’Università di Trieste e svolgo attività di libera professione in  campo ambientale nel settore delle acque di scarico, acque potabili, rifiuti, emissioni in atmosfera, inquinamento acustico interno ed esterno, grandi rischi industriali e dell’igiene e sicurezza sul lavoro. La mia carica è quella di responsabile di laboratori di analisi chimiche e chimico ambientali, assunta nel 1987  e che svolgo tutt’ora. Attualmente sono contitolare di una società di consulenza con un proprio laboratorio di analisi. Iscritto all’ordine dei Chimici delle Provincie di Gorizia, Pordenone e Udine – di cui  sono tutt’ora il Presidente pro tempore – ho maturato esperienze amministrative come Presidente e/o componente del CdA di aziende private nel campo della distribuzione alimentare.

2) Perché si candida

Termino questa tornata amministrativa in EPAP come coordinatore del Comitato dei Delegati dei Chimici e con il ruolo di coordinatore del Comitato Congiunto dei Delegati; mio obiettivo è mettere a disposizione le esperienze e le conoscenze maturate in questi anni all’interno di EPAP, in particolare evidenziando come le competenze di questo organismo elettivo siano state importanti per la gestione dell’Ente.
Il Comitato dei Delegati (CDD) è stata un grossa opportunità per conoscere a fondo l’Ente e per lavorare gomito a gomito in modo paritario con gli altri colleghi dei CDD (tre componenti Chimici, tre Agronomi e Forestali, tre Attuari e tre Geologi). Trovando una unità di intenti tra tutti i componenti delle quattro categorie, abbiamo esercitato al meglio i nostri compiti previsti dallo statuto e finalizzati alla valutazione dell’equilibrio economico e finanziario dell’ente proponendo al Consiglio di Amministrazione l’adozione di misure idonee alla conservazione dell’equilibrio gestionale delle singole categorie.
La candidatura nel Comitato di Indirizzo Generale (CIG) dell’EPAP manifesta quindi la volontà di non disperdere il bagaglio di esperienze maturate in tutti questi anni; una riprova dell’attaccamento  all’incarico e il conseguente impegno verso la categoria è stato  evidenziato con una presenza costante e assidua agli incontri
Uno dei punti fermi per rappresentare la categoria dei Chimici nell’Ente di Previdenza sarà quello di perseguire  le esigenze della categoria primariamente attraverso una convinta volontà e necessità di dialogare tra tutti gli eletti nei tre organismi statutari di EPAP.
La nostra forza in EPAP, specie nel CIG, che ci vede presenti con (soli) tre consiglieri contro i 13 consiglieri degli Agronomi e Forestali, 12 consiglieri dei Geologi e un consigliere degli Attuari, potrà essere esercitata al meglio solo lavorando uniti, non solo al CIG ma facendo sinergia tra tutti gli eletti.

3) Quali sono le sue proposte per l’EPAP

La modestia dell’ammontare delle pensioni che stiamo maturando sono sotto gli occhi di tutti.
Al di là della ottimizzazione gestionale dell’apparato amministrativo dell’Ente, appare del tutto evidente la necessità di ridurre i costi degli Organi elettivi di poco inferiori ai costi del personale di tutta EPAP; si può ricorrere alla riduzione degli emolumenti in particolare di CIG e CDA piuttosto che all’utilizzo delle videoconferenze per le sedute meno importanti o per alcune sedute delle commissioni senza il bisogno di raggiungere la sede di Roma con riduzione di costi per EPAP e di tempi morti per i rappresentanti degli organi.
Va rimarcato e rafforzato  il già notevole impegno di incrementare i servizi accessori agli iscritti; è di questi giorni l’estensione di un’ulteriore incremento di pacchetti aggiuntivi di prestazioni, come quella della maternità o dei ricoveri ospedalieri;  l’onere  del pagamento del premio della Polizza Sanitaria Integrativa è interamente a carico di EPAP tramite EMAPI a favore di tutti gli iscritti, purché in regola con i versamenti contributivi.
Per migliorare il nostro montante contributivo non basterà fare rete tra Chimici, ma dovremo lavorare in sinergia con gli altri colleghi professionisti della nostra cassa previdenziale (Agronomi e Forestali, Attuari, Geologi) al fine di portare a casa il tanto auspicato aumento del contributo integrativo, a cui il Ministero, di fatto, si è opposto mentre altri enti (Inarcassa, Cassa Geometri e Cassa Commercialisti) ormai da anni, applicano l’aumento al 4%; una parte di questo contributo integrativo andrà poi dirottato sui nostri montanti pensionistici.
Un’altra azione fondamentale da perseguire è la riforma del regolamento per immettere nei montanti individuali una parte del rendimento finanziario realizzato nel corso degli anni;  é altresì da rivedere e ripensare l’aliquota di rivalutazione dei montanti che, legata all’aumento del PIL,  è ora prossima a ZERO.

Per ultimo ma non meno importante dovremo coinvolgere sempre di più il Consiglio Nazionale per ottimizzare gli obiettivi e le azioni da intraprendere a difesa della nostra previdenza senza trascurare un rapporto più proficuo con tutti gli ordini territoriali.