Il mio interesse per la valorizzazione dei materiali naturali, del loro riutilizzo e della trasformazione, quando possibile, è nato nel luglio 2011, in una sera come tante atre, leggendo un racconto a mia figlia che aveva 4 anni. La breve lettura dal titolo: “Custode della Terra: Chico Mendez e la leggenda degli alberi” narra che gli alberi separano il cielo e la terra e alle origini di questo pianeta il primo degli alberi rischiava di venire schiacciato, la natura così ne aggiunse molti e molti altri, da qui l’importanza dell’esistenza della foresta amazzonica e dei popoli indigeni suoi protettori.
Incuriosita andai alla ricerca sul web di testi da leggere sulla vita di Chico Mendez per approfondire, ho letto vari articoli, così ho scoperto che la laurea in Chimica non mi era servita esclusivamente a proiettarmi nella professione, ma a qualcosa di vitale importanza per la mia coscienza sensibile. Chico Mendez estraeva il lattice dagli alberi di caucciu incidendo la corteccia che raccoglieva in piccoli vasi. Chico si accorse che la foresta ogni giorno diventava sempre piu piccola e ne scoprì diversi motivi: fu incisa una ferita lunga 5000 Km per l’autostrada della transamazzonica che attraversava tutta la foresta, gli allevatori avevano bisogno di pascoli, i latifondisti di terreni… così gli alberi venivano tagliati. Lui osservò che piu alberi venivano tagliati e meno pioveva e meno pioveva più la foresta si ammalava. Chico raccontò alla sua gente cosa stesse accadendo e guidò la lotta al disboscamento…Chico non smise mai di battersi per la sopravvivenza dei popoli della foresta: assieme agli alberi venivano sterminati gli abitanti e i popoli indigeni dell’Amazzonia!
Mi chiesi: Cosa posso fare “io” anche se in piccolo, sfruttando le mie competenze di Chimico da laboratorio? Mi serviranno le conoscenze e le competenze acquisite durante lo studio di tutte le Chimiche all’università e delle tante ore di pratica nei vari laboratori, più quello della mia relatrice presso cui ho lavorato due anni per la tesi sperimentale quindi per la laurea in Chimica che tanto desideravo ottenere?
Alla prima domanda risposi con una frase di una vittima di mafia della mia città, il Beato Padre Pino Puglisi: “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto”. Alla seconda domanda risposi: “Ovvio!”
Così da diverso tempo riduco l’impatto ambientale domestico a partire dalla spesa: preferenza dei negozi vicini da raggiungere a piedi, la scelta dei prodotti alimentari non contenuti nella plastica, ho sperimentato il riutilizzo dell’olio di frittura trasformandolo in sapone liquido profumato con aromi naturali. Soddisfatta di avere trasformato il rifiuto in risorsa per le mie stoviglie e diluito come sgrassatore spray, poi ho prodotto sapone di alta qualità per l’igiene personale dall’olio extra vergine proveniente dagli alberi di ulivo miei e di mio marito. Si tratta di cominciare col rinunciare a qualche comodità!
Questa è la Chimica che da tempo mi piace! Chico ha motivato la chimica che ho dentro e che sarà molto utile non solo alla mia quotidianità sostenibile ma anche alla mia coscienza di divulgatrice scientifica.
…e così, sempre più interessata fuori dagli orari di lavoro a documentarmi a 360° .
ho iniziato con la lettura del Protocollo di Kyoto che fa seguito alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ed è uno dei più importanti strumenti giuridici internazionali volti a combattere i cambiamenti climatici.
É il primo accordo internazionale che contiene gli impegni dei paesi industrializzati a ridurre le emissioni di alcuni gas ad effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta. É stato adottato a Kyoto, Giappone, l’11 dicembre 1997 ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Obiettivo del protocollo di Kyoto era la riduzione delle emissioni di sei gas ad effetto serra, primo fra tutti il biossido di carbonio (CO2), poi metano (CH4), protossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC), esafluoro di zolfo (SF6).
Letture e approfondimenti che mi ricordavano Chico Mendez e quindi il valore dei migliaia e migliaia di alberi dell’Amazzonia perduti per far spazio all’autostrada, 5000 km di emissioni di CO2 dalle migliaia e migliaia di mezzi a 4 ruote nell’autostrada della trans amazzonica e altre migliaia di alberi tagliati per agricoltura intensiva, allevamenti intensivi per pellami e carni produttori di enormi quantità di CH4: in una sola frase “hanno eliminato una serie di generatori naturali di O2 grazie alla reazione chimica di fotosintesi clorofilliana che svolgevano” regolatori di umidità, queste attività economiche hanno alterato equilibri nel ciclo dell’acqua. Un secolo di previsioni su tutte le possibili ipotesi e siamo sempre noi gli unici esemplari incapaci di rinunciare alle comodità! Forse oltre le scienze dovremmo far studiare ai ragazzi più Storia degli antichi popoli, delle tribù… perché altrimenti come riusciremo a sopravvivere come specie? Certo il vantaggio di avere studiato tutte le Chimiche al corso di laurea in chimica con laurea conseguita, continuare a studiarla, ma soprattutto lavorare sulle determinazioni analitiche della composizione chimica di alimenti in laboratorio, ha sviluppato in me una conoscenza e una competenza pratica e realistica, infatti non sono un Chimico teorico.
L’ambiente domestico è per me un “laboratorio domestico di chimica green”, ho sperimentato diverse possibilità di cicli volti al raggiungimento di rifiuti zero in casa: doveva entrare meno plastica che non fosse possibile differenziare con la spesa fatta al supermercato, meglio riutilizzare e lavorando sugli scarti di cucina al via produzione compost in piccole quantità ragionando sulle giuste proporzioni di C,N, O idratazione periodica. Estratti da bucce di agrumi.
Il mio interesse per conoscere la materia e lavorarla in modo creativo comunque fa parte della mia natura, a 13 anni non conoscevo né l’esistenza, tantomeno il significato, di composizione chimica che mi avrebbe aiutata a comprendere la mia intuizione nella scelta di un istituto tecnico ad indirizzo chimico. Ho lavorato all’interno di un laboratorio molto all’avanguardia di marchi storici e appartenente ad una importante holding che ha aziende in diverse parti del mondo. Grazie a questa esperienza lavorativa ho acquisito competenze che mai da nessun’altra parte avrei acquisito, mi mandarono al laboratorio del”Consorzio per la tutela dell’Asti DOC” ad Isola d’Asti per imparare le tecniche e come organizzare un laboratorio analitico, una grande opportunità per imparare tecniche analitiche nell’analisi di prodotti vitivinicoli, uve, mosti, vini in tutte le fasi di lavorazione e seguito di tutto il percorso analitico e in parallelo alle degustazioni e scelte dei maestri Enologi, comprensione del Disciplinare di settore.
Se è vero che per produrre vini di grande qualità sono necessari processi chimici, fisici, biochimici molto complessi, è altrettanto vero che questi non porterebbero a niente se non vi fossero luoghi di grande vocazione come quelli presenti nella nostra regione Sicilia e uomini di grande capacità, fra cui Carlo Casavecchia e Giacomo Tachis che ho avuto il privilegio di conoscere. Quest’ultimo mi disse mentre utilizzavo un antico apparecchio di distillazione che lì potevamo produrre una grappa particolare… e mi torna alla mente una sua frase: “Il vino è l’interpretazione umana dell’uva”.
Affascinante è l’analisi sensoriale di tutti i prodotti naturali uve, agrumi, erbe aromatiche accostate a schede analitiche elaborate dal chimico.
2015 mi sono inventata un progetto col nome Chimica Green e Arte un progetto che ha come obiettivo quello di stimolare bambini di scuola primaria, oggi nativi digitali, all’osservazione di fenomeni naturali nella quotidianità così da portarli in modo capovolto a porsi delle domande anziché cercare risposte che oggi il “dottor Google” fornisce. Le osservazioni della luce, dei colori passando all’arte pittorica astratta stimolo di sensazioni dovute ad alcune biomolecole che produciamo. Era il 2016 e in quel periodo il riferimento per un futuro green era il trattato di Kyoto sostituito dal trattato di Parigi che si pone come obiettivo la riduzione di emissioni di CO2 del 5% entro il 2020….
Il progetto ha incuriosito i piccoli (nonché futuri adulti) per il perseguimento di una quotidianità sostenibile: è un vero peccato che non esista un canale di comunicazione fra noi Chimici e i bambini, gli adolescenti, sarebbe efficace perchè la Chimica la può insegnare secondo l’ordinamento italiano un laureato in scienze o ingegneria, ma il Chimico si è formato per passione e ha sviscerato lo studio della materia, cimentandosi e sperimentando la Chimica. Questa non si trasmette attraverso definizioni che sminuiscono il lavoro di numerosi scienziati che nella storia hanno sacrificato la propria salute, non ha senso proporre in un capitolo un secolo di ricerca che significa tantissimo tempo per la raccolta di dati sperimentali considerato che in certe epoche non esisteva la strumentazione di ricerca di oggi.
Poi ho sperimentato con i bambini la pittura chimico creativa in effervescenza come esperimento per introdurre praticamente pH e acidità. Coca cola e succo di limone e infusi per l’osservazione di un cambiamento di colore legato alla variazione di pH.
Ho amato la Chimica tanto da non riuscire mai a dire no a qualche studente che avesse bisogno di aiuto per preparazione a scritti di Chimica per vari corsi di laurea come biologia, medicina ingegneria, agraria…
Si studia Chimica per trasporto e per passione.
Così ho affinato la mia coscienza.
Dott.ssa Chim. Angela Lopes